Sindrome dell’Ovaio Policistico – Seconda Parte

Proseguiamo il nostro approfondimento sulla PCOS, anche detta “sindrome dell’ovaio policistico”.
Oggi tratteremo i possibili errori terapeutici che si verificano quando i sintomi vengono interpretati in maniera superficiale.

Il primo errore si verifica nell’età dello sviluppo: infatti in molte ragazze intorno ai 16 anni viene riscontrato un aumento degli ormoni androgeni, questo dato viene associato con diagnosi di PCOS e si somministra la pillola anticoncezionale, come terapia d’elezione.
La somministrazione viene spesso portata avanti fino ai 30-35 anni e, dopo la cessazione, si possono avere periodi di amenorrea (mancato ciclo) fino a 1 anno.
In questo caso la somministrazione è spesso inappropriata, visto che nella fase dello sviluppo un aumento degli androgeni può essere fisiologico e quindi non richiedere alcun intervento.

Il secondo errore risiede nella somministrazione della pillola per ovviare ai sintomi “estetici” della PCOS, quali acne ed irsutismo.
In questo caso abbiamo una risoluzione “superficiale” ma anche un peggioramento dei sintomi iniziali una volta cessata la somministrazione, per cui potrebbe essere appropriata una linea terapeutica non farmacologica, in cui il nutrizionista ha un ruolo centrale, d’accordo con il medico.

Infine notiamo che la somministrazione della pillola può provocare deplezione di vitamine (soprattutto B12 e D) e minerali (soprattutto ferro, zinco e magnesio) per cui potrebbe rendersi necessaria una terapia coadiuvante per scongiurare il rischio di deficienze nutrizionali.

La pillola non va assolutamente demonizzata ma, come per altri farmaci, va ricercata l’appropriatezza terapeutica per massimizzare l’efficacia e ridurre gli effetti collaterali.
Questa ovviamente è competenza del medico, ma un buon supporto nutrizionale può permettere il massimo controllo e soddisfazione del paziente.

 

Errori Terapeutici Sindrome dell'Ovaio Policistico

 

 

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